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Consorzi Confindustria: Recesso contratti Enel: “Intervenga il Governo”

 

“Chiediamo alle istituzioni un approfondimento su quello che sembra unicamente un grave, e premeditato, tentativo di miglioramento dei bilanci della business unit commerciale del principale gruppo nazionale”.

Così il Presidente del Coordinamento dei Consorzi di Confindustria Marco Bruseschi reagisce alle lettere di recesso dai contratti di fornitura di energia elettrica dal 2023 inviate nei giorni scorsi dall’Enel a circa un migliaio di clienti business con consumi superiori a 1 GWh annuo (QE 11/7).

 “Il Governo e i ministeri competenti aiutino le imprese a interpretare le lettere – rimarca Bruseschi - soprattutto visto che le stesse autorità non hanno mai dichiarato lo stato di emergenza, né tanto meno il fallimento del mercato su cui gli stessi contratti dovrebbero basarsi. Stupisce che tali lettere riguardino il 2023 e siano state inviate ancor prima di aver ricevuto da Mite e Mise indicazioni sugli eventuali piani di razionamento e contenimento dei consumi per il periodo invernale”.

I consumatori confindustriali chiedono inoltre all’ad Enel Francesco Starace di spiegare “cosa sarebbe accaduto nel caso in cui i prezzi avessero ritracciato rispetto alle condizioni di stipula dei contratti, cioè se anche in questo caso sarebbe stato concesso alle imprese il diritto di recesso o se invece l’art. 2.10 trasforma i contratti di fornitura in una ‘put option’ per il fornitore estorta ai clienti”.

 Il Coordinamento ricorda come “l’ad di Enel al manifestarsi dei primi aumenti di prezzo aveva richiamato la scasa lungimiranza di molti imprenditori industriali per non avere sottoscritto (le offerte Enel) contratti a prezzo fisso per più anni, accusandoli di ‘scarsa visione strategica’. Chiediamo allora all’ad Starace di spiegare alle aziende quale sia il valore di tali contratti di copertura se gli stessi possono essere stracciati in base a valutazioni di esclusiva convenienza di Enel, sfruttando l’evidente maggior potere contrattuale dei venditori rispetto alle Pmi”.

 Bruseschi conclude affermando che deve essere il Governo, e non l’Enel, a valutare se il mercato libero continua ad offrire le necessarie condizioni di concorrenza e tutela del consumatore, o se al contrario sussistano ormai i presupposti per passare ad una tariffa amministrata e avviare dunque la nazionalizzazione dell’Enel come sta avvenendo in Francia con Edf”


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